lunedì 3 settembre 2007

Siamo volgari come la gramigna.....

Quando ci si sposa, spesso è usanza, si organizzano feste tra pari sesso per celebrare l'addio allo stato "libero" dei futuri sposi.
Pochi lo evitano, ed io non sono stato escluso da questa tradizione.
Pochi ma fidati e affettuosi amici, pervia comunicazione, mi han ordinato la completa disponibilità per il weekend che è appena terminato.
All'orario stabilito sono stato allegramente caricato su un auto e dirottato, con sommo piacere, verso la frescura delle nostre montagne valdostane raggiunte, senza poche ilarità, nel tardo pomeriggio.
Questi gaglioffi hanno veramente fatto le cose per bene... e tutto è andato a meraviglia permettendomi di rilassarmi e non pensare ai preparativi come da countdown in testa.
Ora mi aspetta l'ultima settimana. Grazie a loro la trascorrerò con la massima serenità che mi è possibile e grazie alle amiche della mia dolcissima metà, che altrettanto e con altre modalità han provveduto allo stesso scopo, riuscirò ad arrivare al 9 Settembre con la serenità di chi in questa vita mi accompagna e mi accompagnerà.
 
Questo testo lo voglio dedicare ai miei "amici", ringraziandoli,retoricamente ma in assoluta sincerità, di esistere.
 
I miei amici veri, purtroppo o per fortuna,
non sono vagabondi o abbaialuna,
per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia:
quasi nessuno batte o fa il magnaccia.
 
Non son razza padrona, non sono gente arcigna,
siamo volgari come la gramigna.
Non so se è pregio o colpa esser fatti così:
c'è gente che è di casa in serie B.
 
Contandoli uno a uno non son certo parecchi,
son come i denti in bocca a certi vecchi,
ma proprio perchè pochi son buoni fino in fondo
e sempre pronti a masticare il mondo.
 
Non siam razza d'artista, nè maschere da gogna
e chi fa il giornalista si vergogna,
non che il fatto c'importi: chi non ha in qualche posto
un peccato o un cadavere nascosto?
 
Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione
è invecchiar bene, anzi, direi... benone!
Per quello che ci basta non c'è da andar lontano
e abbiamo fisso in testa un nostro piano:
 
se e quando moriremo, ma la cosa è insicura,
avremo un paradiso su misura,
in tutto somigliante al solito locale,
ma il bere non si paga e non fa male.
 
E ci andremo di forza, senza pagare il fìo
di coniugare troppo spesso in Dio:
non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui,
ma questo mondo ce l'ha schiaffato Lui.
 
E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi,
cosa che a questo mondo han fatto in pochi,
voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti,
tra santi tristi e noi più divertenti,
veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni,
fra noi e la massa dei rompicoglioni...
 

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